venerdì 3 febbraio 2012

The green roof: l'utopia e i piccoli passi

Sono un utopista, lo ammetto. Ma un utopista dei piccoli passi.
Nanyang Technology University - Singapore
Per alcuni il termine "utopia" è un termine tabù, e dire a qualcuno "idealista" o peggio, "utopista" corrisponde a un velato insulto, altri (pochi) lo considerano un gran complimento. In ogni caso, sia per formazione che anche pensando al perché della diffidenza di molti verso "l'utopia", la mia prospettiva utopica si è affiancata a una ratio dei piccoli passi.
Anche in ambito progettuale ho sempre considerato il quadro teorico e gli obiettivi a lungo termine le forze propulsive, ma ho sempre cercato di essere pragmatico nell'applicazione continua e nella sperimentazione pratica, accumulando attività a breve termine come i piccoli passi che avvicinano al grande obbiettivo finale, e che nel frattempo migliorano comunque noi stessi e il nostro mondo.
Il green roof è in questo senso, credo, un esempio notevole di un passo avanti sulla strada della sostenibilità, tra l'altro un passo avanti grande e pratico.
Pensate a come l'orrendo tetto di bitume del vostro ufficio, terribilmente caldo d'estate e tristemente pieno di pozzanghere in inverno, potrebbe diventare un giardino pensile dove far riposare gli occhi, sedersi a mangiare il gelato, coltivare un'aiuola di fiori.


Green roof tradizionali
Il concetto di green roof non è nuovo, si può dire che sia quasi antico quanto gli insediamenti umani stabili nei paesi del nord Europa, ma sta riscuotendo un revival e un successo sempre maggiore nei paesi più avanzati, per le ragioni che vediamo a breve. Non pensiate però che sia una cosa che riguarda solo grandi progetti o architetti stravaganti. Praticamente tutti possono pensare a trasformare il lastrico solare del proprio condominio o della propria ditta in un green roof più o meno "performante", godendo in tutti i casi di grandi vantaggi.

I vantaggi potenziali al livello del singolo edificio sono molti. Il maggiore isolamento da caldo estivo e freddo invernale che si traduce anche in incredibili risparmi energetici, la possibilità di riciclare l'acqua di scarico per l'irrigazione, notevole capacità di isolamento sonoro e di ridotta riflessione del rumore. I green roof realizzati correttamente infine hanno una vita media doppia o addirittura tripla rispetto ai tetti normali.

Per gli abitanti-utenti dell'edificio si aggiunge la possibilità di utilizzare il green roof per il relax e le attività ricreative, la micro-agricoltura e il giardinaggio, addirittura attività commerciali (roof bar o ristorante)...
Al livello dell'intera comunità vanno ancora considerati gli importanti effetti di riduzione dell'isola di calore (il generale incremento della temperatura che rende le città invivibili d'estate) così come l'assorbimento della CO2 da parte della vegetazione, la ritenzione delle acque durante i temporali con minore rischio di inondazioni e l'assorbimento delle polveri sottili e dello smog.

Storicamente il "tetto verde" nasce in Scandinavia, dove nel medioevo ma anche precedentemente la maggior parte dei tetti erano coperti di prato (terriccio erboso) su uno strato di cannicciato, poichè questo offriva un'isolamento ottimale da freddo e precipitazioni mentre il peso del terriccio aiutava a stabilizzare la casa contro i venti.

Le tecnologia è oggi molto affidabile, non ci si deve preoccupare per eventuali infiltrazioni d'acqua se il tetto è realizzato correttamente (alcuni privati oggi si affidano addirittura al do-it-yourself), ed è molto facile realizzare un green roof durante una normale ristrutturazione. Teniamo comunque presente che questo tipo di tetto esiste da migliaia di anni!
Nel caso che la struttura di un tetto o di un edificio non sia in grado di sostenere il carico aggiuntivo di uno spesso strato di terriccio, o se il budget è limitato, è possibile utilizzare 
substrati precoltivati leggeri da appoggiare su un lastrico solare esistente, previa copertura con un manto impermeabilizzante e apposizione di filtri sulle uscite di grondaia.
I green roof più completi vengono integrati fin dalla costruzione con la struttura del tetto, e in questo caso si prevedono tipicamente tre strati sotto il terriccio coltivato: una barriera permeabile antiradici, uno spessore drenante o di accumulo delle acque a seconda del clima prevalente, strati impermeabilizzanti.

Chicago City Hall
La diffusione in Europa è relativamente ridotta nei paesi mediterranei, mentre è naturalmente molto più ampia in Scandinavia e Gran Bretagna, va notato però che in Germania ormai almeno il 10% dei tetti sono "verdi" e che anche la Francia sta lavorando molto attivamente in questa direzione.
All'estero i "campioni" del green roof sono attualmente Stati Uniti e Giappone, ma altri paesi, come la Cina, stanno iniziando l'inseguimento. Va detto che la presenza di comitati di cittadini (come a San Francisco) sta avendo un impatto notevole anche sulla sensibilità delle istituzioni in questo senso.

E i costi? Un green roof costa un po' più di un tetto normale (fra il 20 e il 40% in più) ma di contro permette un utilizzo molto più  variegato del tetto stesso,  una migliore qualità della vita, risparmi energetici notevoli, e una durata come si diceva doppia o tripla delle coperture. In parole povere, è un ottimo investimento che normalmente si ripaga in pochi anni e nel tempo diventa un guadagno in tutti i sensi.


ACROS - Salone internazionale della Prefettura di Fukuoka
Credo che il green roof sia un esempio perfetto di un passo concreto sulla strada dell'utopia. Se il nostro obbiettivo è un futuro di sostenibilità "naturale", è più facile arrivarci attraverso concetti che integrano la realtà esistente che aspettando una totale ri-progettazione e ricostruzione delle città e del nostro sistema economico-industriale.
Il tetto orto, il terrazzo giardino, è un luogo-concetto che possiamo sviluppare oggi, su edifici esistenti, che permette pratiche di sostenibilità, riduce lo spreco energetico, migliora la gestione delle acque, rende le città più belle, migliora la qualità dell'aria e della vita.
Perché non subito?